Il Gruppo Portuale Milazzo chiede di essere coinvolto nelle operazioni portuali del pontile di Giammoro inaugurato pochi giorni con l’appodo di una nuova nave (LEGGI QUI). Se non verrà coinvolto il porto di Milazzo rischia di perdere queste maestranze. Il Gruppo Portuale è attuale “articolo 17” fornitore di manodopera alle imprese nei porti del sistema portuale.
«Tutto bello per quelli che hanno investito sul pontile di Giammoro – scrive il presidente del Gruppo Lino Maisano – dimenticando però l’esistenza di lavoratori con esperienza trentennale autorizzati per questi lavori. Con questo non voglio dire che ad espletare le operazioni deve essere l’art.17, ma un coinvolgimento anche minimo si. Il peggio che il tutto si sta consumando tra il silenzio generale delle istituzioni competenti, in primis l’Autorita’ di Sistema Portuale dello Stretto che è l’ente che controlla l’art.17 e che dovrebbe difendere il lavoro di queste persone in quanto l’autorizzazione ha scadenza a luglio 2026».
Il problema è che il Ministero delle infrastrutture non vedendo giornate lavorative a carico dei lavoratori potrebbe non autorizzare un nuovo bando di gara che dovrebbe essere pronto per i primi mesi dell’anno prossimo in quanto eroga cassa integrazione straordinaria per le mancate giornate lavorative.
«Anzi per fortuna l’anno scorso c’è stato l’intervento del nostro sindaco Midili, unico ad avere interesse di questa situazione a sollevare il caso, perché l’intenzione da parte dell’autorità era quella di revocare l’autorizzazione visto che i giorni lavorativi erano pari a zero. Colpa della crisi tra Russia e Ucraina – spiega Maisano – con conseguente crisi delle acciaierie di Giammoro. Portiamo alla luce questi fatti, in modo che l’ultima realtà che ancora resiste a Milazzo, il Gruppo Portuale, non faccia la stessa fine della Compagnia Garibaldi e l’Impresa Garibaldi, con buona pace di chi potrà continuare a lavorare senza più nessun ostacolo intorno».