STAI LEGGENDO MILAZZO 24. Il 12 ottobre 2025 segna il 64° anniversario di un evento che ha scritto un capitolo indelebile nella storia sociale e mediatica di Milazzo: la partecipazione alla celebre trasmissione Rai “Campanile Sera” condotta da Mike Bongiorno ed Enza Sampò. Campanile sera (1959-1962), andò avanti per 117 puntate. Si sfidavano, tra giochi e domande, due Comuni italiani per serata. Tra le squadre di maggior successo quella siciliana di Monreale che rimase in gara per ben nove settimane.

Quel giovedì del 1961 toccò a Milazzo, la “penisola del sole”, come la definivano i romani, si mostrò a tutta l’Italia, non solo per la sua bellezza ma anche per il suo ingegno e il suo spirito di comunità. Grazie a un numero unico della rivista “Tempi Nostri“, concesso in esclusiva a Milazzo24.it dal commerciante Pippo Russo, possiamo oggi ripercorrere l’atmosfera di quella serata memorabile.

La città si presentò in abito da gala, con il palco allestito nella suggestiva cornice della Marina Garibaldi, tra la statua della Libertà e la chiesa di Santa Maria Maggiore. La folla era “strabocchevole ed entusiasta”, mentre il porto si illuminava a festa con le navi pavesate e il “tremolio delle lampare di centinaia di barche”.
I protagonisti della sfida: i “pulsantisti” e i “pensatoi”. Il cuore della competizione era affidato a tre giovani studenti universitari, i “pulsantisti”, scelti per rappresentare Milazzo: Gigi Billè, 26 anni, studente di giurisprudenza, per le materie culturali; Pietro Schepis, 21 anni, studente di lettere, per l’attualità; Carlo Catanzaro, 24 anni, studente di giurisprudenza, come riserva.

A supportarli, un’organizzazione meticolosa. Furono allestiti ben quattro “pensatoi”, ospitati nei locali della Scuola Tecnica Commerciale. Divisi per materie (letterarie, scientifiche, archeologia e attualità), erano composti da circa 15 persone ciascuno, tra professionisti e studiosi della provincia , collegati alla piazza tramite quattro linee telefoniche. Portavoce ufficiale della piazza fu l’allora sindaco, Ignazio Faranda.

Polifemo, una mascotte gigante a vegliare sulla piazza. A dominare la scenografia, un’imponente mascotte alta dieci metri: Polifemo. Il gigante di cartapesta fu ideato e realizzato da un “artista insigne di Milazzo”, il professor Stefano La Rosa. La sua figura mitologica, simbolo della città, osservava dall’alto gli sforzi dei suoi concittadini, diventando l’icona di quella serata. La scenografia del palco fu invece curata dal pittore e scultore Diego Calcagno.
Milazzo in mondovisione: i luoghi delle riprese Le telecamere della Rai, guidate dal regista Piero Turchetti e accompagnate dalla presentatrice Enza Sampò, non si limitarono a inquadrare la piazza. Venne mostrato un ritratto completo della città e del suo territorio, che spaziava dalle bellezze naturali alle nuove realtà industriali. Le riprese televisive immortalarono: Le Isole Eolie e il Mar Tirreno; Vedute della città con i suoi campanili e la torre della Raffineria Mediterranea; Luoghi turistici come il Camping Silvanetta e la grotta di Polifemo; Il caratteristico rione di pescatori di Vaccarella; Le eccellenze industriali e produttive: la raffineria, la tonnara, l’industria del gelsomino, il pastificio, la metallurgica e la cantina sperimentale.

Curiosità e aneddoti: dal cambio famiglia all’appetito della Sampò. La rivista svela anche alcuni gustosi retroscena. Per il “gioco dei prezzi”, la famiglia Filoramo fu sostituita all’ultimo momento da quella di Maurizio Bonaccorsi, marito della figlia dell’eroico ammiraglio Luigi Rizzo, poiché il regolamento vietava la partecipazione di commercianti. Inoltre, una bella ragazza milazzese di vent’anni, Vella Magistri, avrebbe fatto la sua apparizione da una scenografia a forma di Trinacria. Infine, un aneddoto divertente riguarda l’apprensione dei consiglieri comunali per il menù da offrire all’esile Enza Sampò, timorosi per il suo “delicatissimo stomaco”. La preoccupazione svanì quando la presentatrice dimostrò di possedere un “formidabile stomaco di giovane struzzo”, spolverando con appetito ogni portata.
Quella di “Campanile Sera” non fu solo una trasmissione televisiva, ma un momento di orgoglio e coesione che permise a Milazzo di presentarsi all’Italia intera come una città “fiera, superba, industriosa”, in pieno rinnovamento sociale e produttivo.
Nella presentazione a firma del sindaco Faranda tanti auspici che a distanza di 64 anni, in molti casi, sono rimasti tali. «La nostra Piana rappresenta l’unico retroterra per Messina. Qui è l’avvenire di tutta la nostra provincia» si legge. Poi si parla di agricoltura, all’epoca motore trainante dell’economia. «L’agricoltura potrà essere avviata rapidamente e con successo a quella forma di industrializzazione e di specializzazione che oggi impongono i mercati nazionali ed esteri; la nostra ubicazione geografica offre condizioni essenziali per un sano sviluppo industriale».


Bellissimo il ricordo di tante persone che non sono più tra noi e complimenti per l’articolo.
Una pagina di storia che i nostri giovani sconoscono, grazie per questo bellissimo ricordo.
Diego Calcagno non era né pittore né scultore.Ma dove prendete questi granchi?