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mercoledì, 9 Ottobre 2024

Fondato da Gianfranco Cusumano

Fondazione Lucifero, il neo commissario Mangano incontra il sindaco. Archiviata l’indagine sull’ipotesi di riciclaggio per la gestione passata

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l neo commissario della Fondazione Lucifero, Francesco Mangano ha incontrato questo pomeriggio in visita istituzionale il sindaco Pippo Midili a palazzo dell’Aquila.
Un incontro cordiale nel corso del quale è stata ribadita l’opportunità di una collaborazione tra i due enti per rilanciare la Fondazione, una Ipab definita “dalle grandi potenzialità” e pronta a portare avanti iniziative nel rispetto delle finalità statutarie.
SI ATTENDONO LE NUOVE NOMINE. Mangano è stato nominato commissario sino al 31 gennaio 2025 “al fine di provvedere alla gestione ordinaria e straordinaria dell’ente, nonché per dare esecuzione alle disposizioni operative del servizio 9/ Ipab del 27 marzo 2023”.
Nel frattempo la Fondazione sta procedendo all’invio agli enti che sono rappresentati nell’Ipab (Comune di Milazzo, Corte d’Appello, Ufficio scolastico regionale, Curia Arcivescovile e Assessorato regionale della Famiglia) alla richiesta delle designazioni dei propri rappresentanti da sottoporre poi alla decisione finale dell’assessore regionale che emetterà il decreto di ricomposizione del Cda.

ARCHIVIATA L’INDAGINE PER RICICLAGGIO. Dopo un anno d’indagine dei carabinieri e una serie di accertamenti economico-finanziari di esperti informatici all’interno della Fondazione Lucifero il procuratore della Procura di Barcellona Giuseppe Verzera ha chiesto l’archiviazione del procedimento in merito alla ipotesi di “riciclaggio”. La richiesta è stata accordata dal gip di Barcellona Giuseppe Caristia. A ricevere gli avvisi di garanzia erano stati gli ex presidenti Vincenzo Ciraolo, Maria Teresa Collica e Franco Scicolone, e per gli ex consiglieri Gino Puglisi, Mons. Santo Colosi, Rosalia Schiro’, Francesco lannucci e Delfina Guidaldi.

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Secondo il Gip le indagini hanno fatto emergere una cattiva gestione dell’ente benefico, ma “in relazione alla predetta mala gestio, non sono emersi elementi di cointeressenza con gli affittuari, né tanto meno il perseguimento di interessi personali idonei a disvelare la sussistenza di un atteggiamento doloso degli indagati”.

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