Bollette da 4 mila euro per ristoratori, oltre 3 mila per centri estetici o parrucchieri, 2 mila per negozi di abbigliamento. Le bollette della Tari 2022 inviate dal comune di Milazzo stanno mettendo in crisi le attività mamertine. Si registrano incrementi anche dell’80%, cifre da capogiro che hanno messo nella graticola l’assessore alle Finanza Roberto Mellina. Si parla anche di un caso da oltre mille euro al mese (se venisse confermato la batosta arriverebbe a oltre 10 mila euro l’anno).
LE DIMISSIONI DI MELLINA. Ieri la minoranza consiliare guidata da Lorenzo Italiano ha addirittura chiesto le dimissioni dopo che Mellina non si è presentato in prima commissione consiliare per discutere delle rateizzazioni dei tributi comunali. La modifica al regolamento in vigore prevede di diminuire il numero delle rate concesse ai cittadini morosi da 72 a 48 per mettersi in regola con i pagamenti e consentire all’ente una maggiore liquidità. In base agli ultimi dati diffusi da Palazzo dell’Aquila l’’85 per cento delle attività commerciali non paga la tassa dei rifiuti. I consiglieri Lorenzo Italiano, Pippo Crisafulli, Damiano Maisano e Alessia Andaloro hanno chiesto le dimissioni dell’esponente della giunta Midili che avrebbe detto di non partecipare più ai lavori della commissione consiliare perché non rappresentato dai suoi consiglieri di Fratelli d’Italia.
50 MILIONI DI CREDITI. Il problema è che il Comune ha decine di milioni di euro di crediti da esigere e molti ristoratori che hanno chiesto la rateizzazione si sono fermati dopo la prima o la seconda rata bloccando la sospensione della licenza come più volte “minacciato” dall’amministrazione Midili.
ECCO PERCHE’ LE BOLLETTE SONO PIU’ CARE. Mellina contattato telefonicamente da Milazzo 24 taglia corto: «Non sono andato in commissione perché avevo impegni di lavoro e avevo già argomentato sulla questione». L’assessore Mellina spiega anche il perché delle “bollette – stangata”. «Le bollette non sono spropositate, anche perché è stata applicata l’aliquota minima prevista per legge. La percezione tra i ristoratori è diversa poiché la bolletta relativa all’anno 2021 era più “leggera” dell’80% per venire incontro alle attività messe in ginocchio dal covid. Nel 2020 c’è stato un taglio del 35% poiché il Comune aveva contribuito con le proprie risorse e per l’anno 2019 si è registrato una decurtazione del 40% in quanto la bolletta è stata conteggiata n maniera non corretta. A partire dal 2023 grazie all’incremento della differenziata dovrebbe diminuire il costo».