A distanza di quasi tre anni dall’incendio sprigionatasi nella stanza del sindaco di Milazzo Pippo Midili, le tele settecentesche attribuite al pittore napoletano Scipio Manni, esposte nei locali interessati dalle fiamme, non solo non sono state restaurate, ma rimangono accatastate nella saletta consiliare al terzo piano del municipio.

Un luogo che di certo non può essere definito idoneo per preservarne l’enorme valore culturale. Addirittura la sala consiliare spesso ospita convegni e incontri (questo pomeriggio un evento del Gal) e non è difficile che chiunque possa accedere nella saletta mettendo a rischio le tre tele tutelate dalla Soprintendenza. Tra l’altro, come si vede dalle immagini in possesso di Milazzo 24, non sono nemmeno protette da teli.

Di proprietĂ del Fondo per il Culto, sono attribuite al pittore napoletano Scipio Manni e databili alla metĂ del Settecento. Provengono dalla chiesa del SS. Salvatore al Borgo, la cosiddetta Badia benedettina, e pare siano state restaurate tra il 1995 ed il 2000 dalla restauratrice milazzese Marianna Saporito su incarico dell’Amministrazione comunale allora guidata da Carmelo Pino.
Il dipinto seminascosto (vedi immagine in basso) sembrerebbe “Cristo e la Samaritana”, sempre del Fec, attributo al Manni, stessa datazione e chiesa di provenienza. Le due tele visibilmente annerite ritraggono invece la “Divina Pastora” (a destra) e “GesĂą e la figlia di Giairo“.

Da quello che risulta a Milazzo 24 la presidenza del consiglio comunale avrebbe sollecitato in più occasioni il trasferimento delle opere d’arte (anche per iscritto) senza sortire effetto. E dire che l’amministrazione, dal sindaco Midili all’assessore alla Cultura Lydia Russo, in questi ultimi tempi sono molto attenti agi aspetti culturali.

Ma perché non sono state restaurate e ospitate in luoghi che possano rendere loro giustizia? A quanto pare, essendo di proprietà del Fondo per il Culto le somme necessarie per il restauro non le dovrebbe mettere a disposizione il comune ma il Fec (tramite Prefettura) che a distanza di anni non avrebbe formalizzato l’incarico ai restauratori.


W la kutturaaa! e il consigliere Foti mutooooooooo