STAI LEGGENDO MILAZZO 24. Un diverbio nato da una semplice contravvenzione si è trasformato in un processo che ha coinvolto due cittadini di Milazzo: un ispettore della Polizia Municipale e un automobilista mamertino. La vicenda, risalente al giugno 2019, si è conclusa con una doppia assoluzione pronunciata dal giudice del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, Giovanni Mannuccia.
Tutto ha avuto origine da una segnalazione: un’auto era stata parcheggiata abusivamente in uno stallo riservato ai disabili, e l’accompagnatrice del disabile ha contattato la Polizia Municipale. L’agente 54enne, intervenuto sul posto, ha trovato non solo il veicolo incriminato ma anche il proprietario, un 58enne di Milazzo, deciso ad allontanarsi prima dell’arrivo del carro attrezzi.
Dalle ricostruzioni fornite, il confronto è rapidamente degenerato: frasi ad alta tensione, verbali redatti, e ben due denunce incrociate. L’agente ha accusato il conducente di averlo ostacolato nel proprio lavoro, rifiutando di fornire i documenti, urtandolo e facendolo cadere a terra, con tanto di presunto tentativo di investimento. Il cittadino, dal canto suo, ha denunciato l’ispettore per calunnia, sostenendo che la caduta fosse stata simulata: “Si è buttato a terra per fare scena”, ha dichiarato, aggiungendo di avere testimoni a sostegno della sua versione.
Il procedimento giudiziario si è svolto con entrambe le parti costituite: il conducente assistito dall’avvocato Guglielmo D’Anna, e l’ispettore difeso dagli avvocati Andrea Caristi e Francesco Carrozza. Alla fine, il giudice ha emesso una sentenza di assoluzione per entrambi gli imputati “perché il fatto non sussiste”. Le due versioni, si legge nel dispositivo, si escludono a vicenda: non può esserci stata, allo stesso tempo, una reale aggressione e una simulazione dell’incidente.
Un verdetto che chiude una vicenda nata da un semplice verbale ma degenerata in un acceso scontro giudiziario.
