Tutto da rifare. La Cassazione ha annullato la condanna all’ergastolo dell’ex agente penitenziario Sebastiano Puliafito, poi diventato imprenditore edile e gestore di discoteche di Milazzo, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Stefano Oteri, avvenuto nel 1998 a Milazzo perché dava “fastidio” alle ditte protette da Cosa nostra barcellonese. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso fu il furto a una ditta che già pagava il pizzo a Cosa nostra barcellonese.
Puliafito in primo grado fu assolto ma il 9 aprile del 2024 la Corte d’Appello di Messina lo condannò all’ergastolo. L’omicidio sarebbe avvenuto su mandato di Salvatore “Sem” Di Salvo. Ad incastrare Puliafito le dichiarazioni di un “dichiarante” pugliese, Luciano Forte il quale a cavallo tra il 2022 e il 2023 raccontò ai magistrati della Dda di Messina di aver recepito le confidenze di Puliafito in un periodo di co-detenzione in Puglia in cui ammetteva l’omicidio.
«La corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria che dovrà rifare il processo – scrivono in una nota i legali di Puliafito, Pinuccio Calabrò e Clara Veneto – è chiamata ad intervenire su un tema centrale nel dibattito sul giusto processo, basato su prove dichiarative dei collaboratori di giustizia, che è quello della verifica di credibilità e affidabilità delle dichiarazioni nelle chiamate in reità, intrecciate con ipotesi derivate da tardive dichiarazioni. La interpretazione del fatto non può tener luogo della stringente e rigorosa valutazione delle prove esistenti nel processo».
Il processo a Puliafito era uno stralcio dell’operazione “Nemesi”, sulla geografia di Cosa nostra barcellonese.