Secondo le prime valutazioni della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, Salvatore Italiano potrebbe essere stato ucciso soltanto un paio d’ore prima che il suo corpo venisse scoperto. L’anziano di 84 anni, originario di Fiumarella, è stato ritrovato senza vita in via Capuana all’interno di un sacco di plastica, abbandonato in strada. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Giuseppe Verzera, si stanno concentrando su ogni dettaglio per ricostruire la dinamica di questo delitto avvenuto ieri a Milazzo.
Il sopralluogo effettuato insieme al medico legale Elvira Ventura Spagnolo ha permesso di accertare che la salma non mostrava segni di decomposizione, elemento che conferma la recente consumazione del crimine. Gli investigatori sono convinti che l’omicidio sia avvenuto in un luogo diverso da quello del ritrovamento e che a trasportare il cadavere siano state più persone. È improbabile, infatti, che una sola persona abbia potuto uccidere l’anziano e poi caricare il corpo fino al punto in cui è stato notato da alcuni passanti.
Domani verrà conferito al medico legale l’incarico per l’autopsia, che si svolgerà al Policlinico. Prima dell’esame autoptico sarà eseguita anche una TAC per individuare eventuali altre lesioni o tracce utili alle indagini. Particolare attenzione sarà riservata al sacco di plastica che conteneva il cadavere, nella speranza di ricavare indizi preziosi. Due ferite appaiono evidenti: una alla testa e una al torace, entrambe compatibili con colpi d’arma da fuoco. Sul resto, comprese le motivazioni alla base del gesto, resta ancora molto da chiarire.
Italiano, incensurato, gestiva la vendita di vino in un deposito con botti situato all’inizio di via Carrubaro. È stato visto per l’ultima volta intorno alle 8:30 di ieri mattina dalla compagna e dalla figlia.
L’intera comunità di Milazzo è profondamente turbata. Oltre allo sconcerto per il delitto, fanno discutere alcuni commenti apparsi sui social,in particolare sulla pagina facebook del quotidiano online Fanpage (LEGGI QUI) stigmatizzati dal sindaco Pippo Midili. “Dispiace leggere su Facebook frasi come ‘siete tutti mafiosi’ o ‘tanto lì è la normalità’ – ha dichiarato il primo cittadino all’AdnKronos –. Sono affermazioni che alimentano l’idea che la nostra città sia teatro di continui omicidi e di faide di mafia. È doloroso constatare che, nonostante gli sforzi compiuti per superare questi pregiudizi, resti ancora questo marchio. Non è corretto né giusto etichettare un territorio in questo modo. Ci auguriamo che su questa vicenda emerga presto la verità.”