L’autopsia sul corpo di Angelo Pirri, 42enne di Barcellona Pozzo di Gotto trovato morto venerdì scorso in un’area di via Nazionale a Giammoro, indica un omicidio premeditato, verosimilmente conseguente a un confronto degenerato in violenza. L’esame, condotto ieri dal medico legale Giovanni Andò all’obitorio del Papardo fino a notte fonda, ha validato le ipotesi investigative iniziali.
Pirri è deceduto per un colpo d’arma da fuoco alla nuca sparato a breve distanza, circostanza corroborata dal ritrovamento accanto alla salma di un bossolo calibro 7.65. Lo stato avanzato di decomposizione del corpo – la morte risalirebbe a 48-72 ore prima – aveva inizialmente impedito di accertare la dinamica, facendo ipotizzare anche l’uso di oggetti contundenti. Le lesioni al volto suggeriscono che l’uomo abbia subito percosse prima dell’esecuzione.
I carabinieri del reparto investigativo di Messina hanno compiuto ulteriori sopralluoghi nella zona del ritrovamento. Si attendono ora riscontri dalle telecamere di sorveglianza limitrofe. Gli investigatori ritengono plausibile che l’omicidio sia avvenuto sul posto, nella pista sterrata adiacente alla via Nazionale, prossima all’autostrada A20. L’ipotesi principale è che Pirri sia stato eliminato al termine di un tentativo fallito di chiarimento, forse dopo un vano tentativo di fuga. Il corpo è stato rinvenuto a faccia in giù.
Le indagini, coordinate dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto (procuratore capo Giuseppe Verzera, sostituto Carlo Bray), escludono al momento moventi riconducibili a dinamiche mafiose, considerata la modesta rilevanza sociale della vittima. Trasferitosi da Pace del Mela a Santa Lucia del Mela, Pirri viveva apparentemente solo e senza occupazione stabile, sebbene operasse nel settore trasporti. La sua scomparsa non era stata denunciata.
Gli inquirenti stanno interrogando conoscenti e analizzando i tabulati telefonici per ricostruire gli eventi.