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lunedì, 9 Settembre 2024

Fondato da Gianfranco Cusumano

Quando a Milazzo passava la diligenza e si pagava in Tarì

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UN PO’ DI STORIA. Nel 1828  veniva pubblicata a Milano  “La nuovissima guida dei viaggiatori in Italia”, autore Pasquale Artaria, proveniente da una antica famiglia di editori. La guida, con carte e piante di città, venne aggiornata con diverse edizioni fino al 1848 e conteneva   una descrizione dell’intero perimetro costiero della Sicilia. Nell’edizione  del 1845, nella parte descrittiva della tratta da Palermo a Messina, veniva indicato che  la “carrozzabile”  finiva a  Termini Imerese  e che fino a Barcellona  bisognava  proseguire o  a dorso di mulo o per mare.  

La “carrozzabile”  per Messina riprendeva a Barcellona. Seguivano brevi informazioni e descrizioni  sulle città costiere tra cui Milazzo. La Sicilia borbonica aveva pochissime  strade dove potevano transitare  carrozze e carretti. Il messinese  Pietro Vadalà  fu probabilmente  il primo ad organizzare in maniera regolare il servizio con  carrozza da Messina a Barcellona e da  Messina verso Milazzo. Il  cambio dei cavalli avveniva presso la  “stazione” sita  in Spadafora di Scala dove vi era anche la barriera  per il pagamento di un probabile pedaggio. L’avviso pubblico per i potenziali utenti  del  servizio  LA DILIGENZA   (riprodotto nella foto)  reca la data del 9 Giugno 1841.

I posti per i passeggeri non erano  più di sei. Il costo del biglietto era di 8 Tarì

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La carrozza giungeva a Milazzo nei giorni di Lunedi, Mercoledì e Venerdì  e ripartiva per Messina il Martedì, Giovedì e Sabato per il prezzo di 8 tarì. I posti per i passeggeri non erano  più di sei, anche se esistevano modelli di diligenze a nove posti oltre a un eventuale posto a cassetta accanto al postiglione. La moneta dell’epoca il Tarì era a sua volta suddivisa in venti grana. Per avere un’idea nello stesso periodo (1838) nel regno borbonico il salario giornaliero di un contadino  era di circa 20 grana, un fabbro e altri operai specializzati  potevano arrivare anche a 30 grana;  quindi  per un biglietto sulla Diligenza per Messina servivano 6/7 giornate di lavoro in campagna. Certo il viaggio era un lusso: 1 rotolo di pane di circa 900 gr. costava  6 grana e per 1 kg. di carne  ne  servivano 16. Il viaggio  era particolarmente rischioso e pericoloso sia  per le buche della carrozzabile che  per l’attraversamento dei fiumi e dei torrenti.

 La “Cronica” del Regno delle Due Sicilie  riferisce che il  25 Gennaio del 1842 proprio la Diligenza  di Pietro Vadalà “nel traversare le acque del torrente Nucita (Niceto)  si rovesciò  per via delle acque oltremodo cresciute per le copiose e dirotte piogge e che … i  viaggiatori che stavano  per perire vennero salvati dai gendarmi in servizio presso la Brigata di Spadafora accorsi alle grida e anche la carrozza rovesciata venne salvata e trainata fuori dall’acque  da dieci bovi…”.

Pino Privitera

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