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sabato, 27 Luglio 2024

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Milazzo? Non facciamola diventare un “purracchitu”

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UN PO’ DI STORIA. Erano gli anni ’90 quando per la prima volta ebbi modo di ascoltare il  termine purracchito. La parola  attirò la mia attenzione e  chiesi  notizie sul  suo  significato  all’anziano signore che l’aveva pronunciata. In effetti l’aveva utilizzata  per rimproverare alcuni ragazzini che disperdevano un mucchio di  imballaggi  accatastati per il ritiro nei pressi dei ruderi della Chiesa di Via Madonna del Lume. Li apostrofò dicendo: “ora basta, smettetela perché state combinando un purracchitu”

Il purracchito era una discarica, un luogo malsano  dove tutti si recavano per liberarsi di qualcosa

I ragazzini andarono via a quella parola  probabilmente mai  sentita e  di cui non conoscevano il significato. Su mia richiesta l’anziano precisò precisò che il purracchito era veramente esistito  in quella zona nell’800. La via del Sole (già via Soledad sotto i Borboni)  aveva un muro di recinzione verso ponente che delimitava l’abitato, non esisteva la via XX Settembre e oltre c’erano  solo campi  e orti. Era normale in quell’epoca  lanciare oltre il muro i pochi rifiuti che venivano prodotti e che probabilmente non venivano ritirati dai munnizzari  comunali. Il purracchito era quindi  una discarica, un luogo malsano  dove tutti si recavano per liberarsi di qualcosa  (anche le acque nere)  e oltre quel muro finivano  le poche suppellettili e le  masserizie  che non potevano essere riparate o riutilizzate.

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Alla fine dell’800 Milazzo aveva complessivamente circa 13.600  abitanti, molti erano residenti nella piana. I rifiuti raccolti in strada erano letame di cavalli, asini, capre e  venivano utilizzati come concime. Secondo altre teorie la parola purracchito, quanto alla sua formazione, risale al periodo delle discariche create nei pressi  dei grandi accampamenti militari che Milazzo ospitò tra il  1718-1720  durante l’assedio spagnolo e tra il 1806 e il 1815 durante l’occupazione britannica della Sicilia (il campo inglese venne creato partendo da San Papino  verso San Giovanni). Rimane ancora oggi un termine  di incerta provenienza, raro e  di cui  non v’è traccia nei   dizionari siciliano-italiano (Biundi, Mortillaro, Nicotra, Traina) editi nell’800 e nei  primi decenni del ‘900.  

Pino Privitera

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